Comunicato stampa n.13: Progetto “WiSHES – Wish for Schools’ High Environment-Safeguarding”La tutela dei minori nelle condizioni di disagio sociale: l’esperienza degli educatori nelle carceri e nelle case-famiglia
Grande partecipazione all’evento online organizzato dall’Associazione Onda Gialla che si è tenuto nel pomeriggio di giovedì 25 nell’ambito delle attività di advocacy del progetto “WiSHES” e dedicato al tema dei servizi educativi e al complesso ruolo degli educatori in relazione ai minori che vivono in contesti di forte disagio sociale.
Dopo l’introduzione di Flavia De Luca con una riflessione dedicata alla giornata contro la violenza sulle donne, fenomeno che spesso coincide con le violenze ai danni dei minori, grazie ad Ilaria Alborino, psicologa e psicoterapeuta ospite dell’evento, i partecipanti hanno potuto misurarsi con una realtà concreta in grado di tradurre in un contesto “di frontiera” il valore della formazione e della prevenzione dei minori dalle diverse forme di abuso.
L’esperienza della Arborino è specificatamente riconducibile al contesto carcerario e matura nel carcere femminile di Rebibbia e con il lavoro a fianco di cooperative sociali che si occupano di detenuti affidati a misure alternative alla detenzione. Quello che viene restituito al dibattito è il racconto della difficoltà di minori da 0 a 3 anni spesso figli di vittime di violenza, affidati alle cure di case-famiglia o strutture protette o in carico, in caso di detenzione della madre, alle cure materne nella sezione nido del carcere femminile. Bambini che vivono una dimensione complessa scandita da regole ed orari ben altri da quelli della normalità; bambini per cui la capacità degli operatori di fare rete con i servizi pubblici che vivono in queste realtà è fondamentale per tentare di normalizzarne il più possibile vita, quotidianità e sviluppo. O ancora, si tratta di bambini che non vivono in carcere ma che hanno un genitore detenuto e che si misurano con la dimensione del carcere, e con le limitazioni della libertà che ne conseguono, nella costruzione del rapporto con il genitore.
In questo contesto il lavoro degli educatori e degli psicologi assume una rilevanza ancora più essenziale nel dover intercettare per tempo la difficoltà dei bambini e nel riuscire a decifrare ogni segnale di malessere: sono bambini che possono parlare più tardi rispetto agli altri e con difficoltà; sono bambini che possono presentare difficoltà motorie; sono bambini che potenzialmente possono essere stati vittime di abusi o che possono aver assistito ad abusi; sono bambini che possono presentare difficoltà fisiologiche e psicologiche cui prestare attenzione.
Chiaramente, a queste difficoltà dei minori si legano le difficoltà dei genitori di cui nel corso dell’evento hanno parlato Domenico Scaringi (Nostos) e Veronica Silvi (LUISS School of Law). Se Scaringi ha posto l’accento sull’economia psichica della mamma nel contesto carcerario e sulla fatica di sostenere un costo emotivo che impatta nella capacità di costruire una relazione con il bambino; Veronica Silvi ha portato la sua testimonianza di tutore legale in contesti in cui viene sospesa la responsabilità genitoriale.
In chiusura la testimonianza di Alessandra Perrone (Onda Gialla) a proposito di un caso di minori affidati ad una casa-famiglia, chiude il cerchio di un dibattito improntato al ruolo dei servizi educativi come luogo di accoglienza per le fragilità.
Ufficio di Scopo Fondi Comunitari LAZIOcrea S.p.a.